I miei cani

Questi sono i miei cinque amici pelosi, più una che vive ancora dentro di me...

Smilla

Smilla
ciao piccola stella!

Always

Always
Grande labradorina!

Watt

Watt
Il mio boxer fantastico

Sbiru

Sbiru
Buffa, intelligentissima amica

Quidditch

Quidditch
Il principe

Tomina

Tomina
Piccola peste

Il cane è un animale istintivo di branco e deve essere trattato come tale. Un cane trattato in modo errato può diventare stressato, aggressivo, o depresso, il che può risultare in seri problemi comportamentali.


LE REGOLE FONDAMENTALI DEL CLICKER TRAINING
Un ringraziamento alla dott. Alexa Capra

1. Caricare il clicker. La prima volta (SOLO la prima volta) potete “caricare” il clicker: associate un rinforzo al suono del clicker. Per farlo prendete una manciata di bocconi, e date un boccone MENTRE fate click. Ripetete alcune volte, quindi fate click e POI date il boccone.

2. Scegliete un comportamento da rinforzare. Attenzione a scegliere un solo criterio, abbastanza facile da permettere al cane di ottenere click e bocconi con facilità.

3. Fate click ogni volta che il cane esibisce il comportamento che avete scelto di rinforzare.

4. Attenzione a non mettere la mano in tasca, nel marsupio e non muovere la mano con il boccone in avanti prima di aver fatto click. La regola è PRIMA il comportamento, POI il click, POI il rinforzo: COMPORTAMENTO – CLICK – RINFORZO
5. Ogni volta che fate click DOVETE dare al cane un rinforzo. In termini semplici potete pensare CLICK = BOCCONE. In realtà potete usare rinforzi differenti, deve però essere qualcosa che il cane in quel momento vuole.

6. Assicuratevi che il cane sia in grado di ripetere per diverse volte e con una certa sicurezza un certo comportamento prima di passare a un criterio successivo.

7. Fate click per piccoli passi verso il vostro obbiettivo finale. Se volete che il cane si lasci pettinare, fate click se si fa toccare con il pettine, fate click se si lascia toccare in diverse parti del corpo, fate click se rimane fermo, fate click se si lascia passare il pettine su spalle e schiena, fate click se si lascia pettinare in parti diverse dal corpo.

8. Potete usare uno stimolo per aiutare il cane a esibire un certo comportamento. Potete metterlo al piede usando un bocconcino, spostare la mano con un bocconcino per indurre un certo movimento. In questo caso, assicuratevi che il vostro e il suo movimento siano corretti, quindi fate click e rinforzate.

9. Quando il cane esibisce un comportamento che vi è gradito, fissatelo con un numero alto di ripetizioni (e rinforzi!). Rendete quel comportamento molto vantaggioso, e il cane sarà molto felice di ripeterlo.

10. Non preoccupatevi di quello che succede dopo il click. Il click non termina sempre il comportamento, ma se questo succede, non preoccupatevi. Il click ha già comunicato al cane qual è il comportamento che sarà rinforzato.

11. I cani diventano molto sensibili al clicker, ma non usate MAI il clicker per richiamare l’attenzione del cane. Il click deve sempre seguire il comportamento. Non è un richiamo e non è un comando.

12. Introducete il segnale quando il cane esibisce il comportamento rinforzato con sicurezza. La regola è: SEGNALE – COMPORTAMENTO – CLICK – RINFORZO

13. Usate il clicker quando volete fissare un comportamento o quando volete modificare un comportamento. Quando avete ottenuto quello che volete, potete smettere di usarlo.

14. Alcuni cani si intimidiscono per il suono del clicker. Tenetelo dietro la schiena, in tasca o avvolgetelo in un panno. Con cani molto sensibili, provate con il tappo di una biro. Con cani sordi, usate una piccola pila (rinforzate prima di tutto l’attenzione visiva).

IF A DOG LIVES WITH...


If a dog lives with hostility he learns to fight.
If a dog lives with brutality he learns to be shy.
If a dog lives with anger he learns aggression.
If a dog lives with good leadership he learns security.
If a dog lives with encouragement he learns to try.
If a dog lives with boundaries he learns respect.
If a dog lives with praise he learns confidence.
If a dog lives with fairness he learns to trust.
If a dog lives with love he finds brotherhood



MODIFICARE IL COMPORTAMENTO

GLOSSARIO

Modificare il comportamento di un animale (addestrare) significa rinforzare i comportamenti desiderati ed estinguere quelli non voluti tramite l’uso di rinforzi e correzioni. Le tecniche di addestramento che hanno maggior successo si incentrano sull’uso del rinforzo positivo, premiando il cane per il comportamento corretto piuttosto che punendolo per gli errori.

Abilità
Capacità generiche associate all’esecuzione di un compito. Si sviluppano nel tempo tramite interazione tra bagaglio ereditario ed esperienza, e sono relativamente permanenti.


Avversivo
Qualcosa per evitare il quale l’animale emette un comportamento.

Chaining (concatenamento)
Il processo di combinare molteplici comportamenti in un unico comportamento continuo sotto un singolo segnale. Una risposta appresa diviene così lo stimolo per la successiva risposta desiderata. Back - chaining Consiste nel lavorare l’ultimo elemento di un comportamento complesso, quindi il penultimo, e così via. (vedi “principio di Premak”).

Clicker
Piccolo strumento che emette un suono. Nell’addestramento si usa come segnalatore per identificare una risposta desiderata. E’ un ottimo segnale perché è unico, rapido e coerente.

Clicker training
Tecnica sviluppatasi nell’ambito del condizionamento operante, di cui usa solo il rinforzo positivo, l’estinzione, e talora la punizione negativa, omettendo il rinforzo negativo e la punizione positiva.

Comportamento
Qualsiasi attività che un soggetto esibisce. Ogni comportamento deve essere osservabile e misurabile.

Condizionamento classico
Il processo di associare uno stimolo neutro ad uno stimolo non condizionato affinché lo stimolo neutro provochi la risposta non condizionata.

Condizionamento operante
Consiste nel modificare la risposta di un animale a un determinato stimolo manipolando le conseguenze della risposta che propone.

Conseguenza
Il risultato di un’azione. Spesso – ma non sempre – le conseguenze influenzano il comportamento successivo di un individuo.


Controcondizionamento
Abbinare uno stimolo che evoca una risposta non desiderata, con una risposta opposta, cosicché lo stimolo evochi la nuova risposta. Necessita di un lavoro molto graduale.




Correzione

Un rapido ammonimento (non una punizione) somministrato al cane che emette il comportamento sbagliato quando già conosce il comportamento corretto richiesto.
Le correzioni violente possono avere un effetto negativo, piuttosto che positivo, con soggetti sensibili, o comunque se il soggetto non conosce realmente il comportamento richiesto.
Le punizioni fisiche non sono da considerare correzioni e non sono mai giustificabili. I cani non hanno né la capacità di ragionamento né i sensi di colpa umani. Le punizioni fisiche sono causa di stress e paure, e possono addirittura incoraggiare comportamenti aggressivi.
Eventuali correzioni “dure”, come risposta a comportamenti aggressivi del cane verso l’umano, vanno applicate esclusivamente da educatori esperti.


Criterio
La risposta specifica, scelta dall’addestratore durante una sessione di lavoro. Sono criteri non solo quelli fisici (posture, posizioni e movimenti) ma anche latenza, durata e distanza.

Criteri permanenti
Sono quelli che si ritrovano nel comportamento finale. Devono essere lavorati ad un livello superiore di affidabilità rispetto a quelli temporanei.

Criteri temporanei
Criteri che rappresentano un passaggio per arrivare al comportamento finale, e che non saranno presenti come tali nel comportamento finale. I criteri temporanei vanno lavorati fino ad una affidabilità dell’ 80% prima di "innalzarli". Se un criterio temporaneo viene rinforzato troppo a lungo, può risultare difficile convincere l’animale a cambiare il relativo comportamento.
Desensibilizzazione
Il procedimento di aumentare la tolleranza ad un particolare stimolo aumentandone progressivamente l’intensità.

Discriminazione
La capacità di distinguere tra due o più stimoli simili.

Estinzione
L’indebolimento progressivo di un comportamento attraverso il non-rinforzo, semplicemente ignorando il comportamento.

Generalizzazione
Il rispondere allo stesso modo a molti stimoli differenti.


Jackpot
Un “super premio” somministrato in seguito ad una risposta particolarmente importante.

Latenza
Il tempo che intercorre tra segnale e risposta. Idealmente deve essere uguale a zero, o comunque più breve possibile.

Movimento
Spostamento del proprio corpo o di parti di esso attraverso contrazioni muscolari.

Picco di estinzione
E’ una caratteristica dell’estinzione. Quando un comportamento precedentemente molto rinforzato cessa di essere rinforzato, l’animale aumenta temporaneamente l’intensità o la frequenza del comportamento in questione. Dopo tale periodo, il comportamento tende all’estinzione.
Posizione
Collocazione del corpo rispetto a ciò che sta intorno (di fronte, al piede ecc…).

Postura
Un atteggiamento del corpo (seduto, a terra, in piedi ecc…) mantenuto dal tono muscolare.

Premio
Tutto ciò che il cane può associare positivamente con il comportamento desiderato, costituendone il fattore motivante. Può essere costituito da oggetti (cibo, giocattoli), da comportamenti sociali (coccole, complimenti), autorizzazioni a compiere azioni gratificanti (sedute di gioco con persone o altri cani o qualsiasi altra attività che piaccia al soggetto).

Principio di Premack
La teoria afferma che “un comportamento esibito a maggiore frequenza o probabilità tende a rinforzare comportamenti che vengono esibiti a una minore frequenza/probabilità”. O ancora “per ogni coppia di risposte, quella indipendentemente più probabile rinforzerà quella meno probabile”.



Punizione negativa (P-)
Togliere qualche cosa per cui il soggetto emette un comportamento (rinforzo) per estinguere o abbassare la frequenza del comportamento stesso.

Punizione positiva (P+)
Aggiungere qualche cosa per evitare il quale il soggetto emette un comportamento, per estinguere o abbassare la frequenza del comportamento stesso.
Rinforzo a intervallo fisso
Schema di rinforzo in cui l’addestratore rinforza la risposta corretta a intervalli di tempo costanti.

Rinforzo a intervallo variabile
Schema di rinforzo in cui l’addestratore rinforza la prima risposta corretta dopo un periodo variabile secondo un programma temporale prestabilito.


Rinforzo a tasso fisso
Schema di rinforzo in cui l’addestratore rinforza la risposta corretta dopo un numero prestabilito di risposte. Il rinforzo continuo, ove ogni risposta corretta viene rinforzata, rappresenta lo schema più semplice di rinforzo a tasso fisso.

Rinforzo a tasso variabile
Schema di rinforzo in cui l’addestratore rinforza una risposta corretta dopo un numero di risposte corrette variabile attorno ad una media.

Rinforzo condizionato o Rinforzo secondario
Uno stimolo neutro, ovvero che non provoca alcuna risposta, che abbinato ripetutamente ad un rinforzo primario, ne acquisisce le proprietà rinforzanti. I rinforzi secondari possono essere anche più potenti di quelli primari.
Rinforzo negativo (R-)
Togliere qualche cosa per evitare il quale il soggetto emette un comportamento, per rafforzare o aumentare la frequenza del comportamento stesso. E’ evidente che bisogna per prima cosa applicare un avversivo per poterlo poi rimuovere.



Rinforzo positivo (R+)
Aggiungere qualche cosa per cui il soggetto emette un comportamento (rinforzo) per rafforzare o aumentare la frequenza del comportamento stesso.

Rinforzo primario
Un rinforzo che soddisfa una pulsione naturale, come il cibo, l’acqua, il sesso.

Risposta
Qualsiasi comportamento in seguito a stimoli.

Risposta condizionata
Una risposta appresa tramite l’impiego di uno stimolo specifico.

Segnale (cue)
Ciò che suggerisce quale comportamento esibire. Uno stimolo che provoca un comportamento. Può essere verbale, fisico (un gesto) o ambientale

Segnali di calma
Segnali corporei anche impercettibili usati dagli animali per indicare stress e per evitare o dilazionare il confronto e l’aggressione.

Segnale di "non-premio"
Una parola o un rumore, es. “hey” che comunica al cane che sta facendo la cosa sbagliata e che non otterrà un premio. E’ essenziale il tempismo per identificare il momento esatto in cui il cane esibisce il comportamento indesiderato. In genere non viene usato, costituisce infatti un segnale dall’uso molto complesso e non necessario.

Shaping
Il processo di modellamento graduale di un comportamento sino ad ottenere quello desiderato, attraverso approssimazioni allo stesso.

Stimolo
Tutto ciò che provoca un comportamento. L’evento, situazione, condizione, segnale cui corrisponde una data risposta. Un cambiamento nell’ambiente. Se lo stimolo non ha effetto sull’animale, si definisce neutro. Uno stimolo che causi un cambiamento nell’animale, ad esempio lo porti a esibire un dato comportamento, si dice "stimolo discriminativo".

Stimolo ponte

E’ un segnale che identifica la risposta desiderata e la collega temporalmente al rinforzo primario. Il clicker è uno stimolo ponte.

Target
Un oggetto che l’animale impara a toccare con una parte del corpo per ottenere un rinforzo. Solitamente i target sono oggetti immobili.


Target stick

Un target mobile che l’animale impara a seguire. Viene spesso usato come stimolo.



Tasso di rinforzo
Il numero di rinforzi somministrati in un dato periodo. Un tasso di rinforzo elevato è essenziale al successo dell’addestramento.

Timing

Idealmente, il "click" deve essere contemporaneo all’acquisizione del criterio. Il timing è una abilità meccanica e richiede pratica. L’addestratore dovrebbe essere in grado di riconoscere i comportamenti che precedono quello da condizionare in maniera da "cliccare" nel momento esatto in cui il comportamento viene proposto.

LO STATUS SOCIALE

adattato da: SE LE PREGHIERE DEI CANI FOSSERO ASCOLTATE - di Suzanne Clothier


Quando si parla di leadership si fa spesso riferimento all’osservazione dell’interazione tra i vari soggetti nei branchi di lupi. Si è osservato che in natura l’ordine gerarchico non è assoluto ma dipende dalle situazioni in quanto la sua finalità è quella dell’utilità reciproca.

Si è anche osservato che il comportamento dei lupi in cattività, e di tutte le specie sociali in cattività compreso l’uomo, è delineato in maniera più rigida rispetto a quello tenuto in natura: ogni animale sociale ricerca il suo status in relazione al suo branco, e cerca anche di indovinare a quali regole deve obbedire e nei confronti di chi egli può stabilire delle regole.

I cani imparano che è sciocco, e talvolta anche doloroso, dare fastidio o sfidare chi è più potente ma comprendono anche che è possibile e non rischioso prendersi maggiori libertà con qualcuno con status inferiore o anche semplicemente ignorarlo.

Sapendo che i nostri cani hanno bisogno di una precisa indicazione del loro status relativo, dobbiamo rispettarli e offrirgli una leadership: la leadership non è un pugno serrato ma una mano che guida.

Senza una leadership chiara e coerente, i cani fanno quello che devono fare: il meglio che possono e in modo che vada bene a loro. In tutte le interazioni con la famiglia, con gli altri cani e le persone che incontrano, i cani ricevono risposte alle loro domande su chi veramente comanda e ne tengono conto. Il rispetto che essi ci accordano è esattamente quello che ci siamo guadagnati in base a ciò che ogni canide si aspetta in un’interazione sociale.

Avere un cane che crede di essere l’animale con lo status più alto nella famiglia può essere un grave problema. Egli crederà di avere il diritto di stabilire le regole su come gli altri si devono comportare e crederà di aver il diritto di farle valere.

I cani, in generale, non vogliono essere in conflitto con noi. Di solito essi ci forniscono un accurato feedback circa la nostra leadership. Se portiamo il cane a credere di essere il capo, allora lo è.

Il problema quindi non è tanto il cane che ha bisogno di essere fatto “scendere di rango”, sono le persone che hanno bisogno di imparare ad agire come qualcuno che valga la pena di ascoltare.

L’ENFASI E’ SULL’ESTREMITA’ SBAGLIATA DEL GUINZAGLIO

Giorno dopo giorno i cani ci ricordano la verità che, per ottenere rispetto, si deve agire in modo da guadagnarselo.

Come si fa quindi a sapere se il cane è semplicemente amato e assecondato ma non pericolosamente male informato circa il suo status? Per capire come il cane ci vede basta rispondere ad una semplice domanda: quando c’è un conflitto (tra noi e il cane o all’esterno della relazione) il cane accetta le nostre direttive e il nostro controllo sul suo comportamento?

Quel che conta è la disponibilità del cane ad accettare le nostre direttive quando lui considera la situazione importante, in altre parole, quando il protocollo canino dice che il membro con lo status più alto dovrebbe prendere una decisione. In questi momenti importanti, il cane ha disperatamente bisogno di una chiara guida e di una leadership.

Per poter affermare la propria leadership sono indispensabili alcuni fattori:

1) CONTROLLO DELLE RISORSE come cibo, giochi, cose da masticare, bocconcini, acqua e l’aspettativa di una di queste, attenzione, libero accesso agli spazi, zone dove dormire, libertà, isolamento, posti in alto, vicinanza ad una persona o a una attività, una posizione particolare vicino a porte, cancelli e recinti (e così via)

Il problema con i cani e con le risorse non è l’accesso alle cose che per lui sono piacevoli e divertenti ma è comprendere obiettivamente se il padrone ha libero e incontestato accesso a tutto ciò che per il cane è una risorsa. Quando un cane comincia a stabilire delle regole sulle risorse, questo è un segno lampante che la leadership ha delle carenze da qualche parte.

Mentre un alto status si può capire dal controllo o dall’accesso alle risorse e dalle attività di leadership, proteggere il cibo o altri possessi è una storia leggermente diversa. In questi casi è importante capire le leggi dei cani per non commettere errori gravi di interpretazione. Il possesso è una delle leggi più rispettate della società canina: non importa se il cane ha un rango basso, se ha qualcosa in bocca o nelle sue immediate vicinanze, ha il diritto di difenderla se vuole. Più alto è lo staus del cane, più ampia è la zona attorno a lui che costituisce la vicinanza mentre i cani di rango più basso a volte devono tenere l’oggetto direttamente sotto il mento o in bocca affinché venga riconosciuto come in loro possesso.

Parlando in generale, c’è una relazione inversa tra la distanza alla quale il cane sente il bisogno di proteggere il possesso e il suo livello di sicurezza di sé. Un cane molto sicuro potrebbe non guardarvi quando gli passate accanto mentre sta rosicchiando il suo osso; un cane meno sicuro invece potrebbe cominciare a ringhiare ansioso nel momento in cui entrate nella stanza o guardate nella sua direzione.

Capire che, nel mondo dei cani, il possesso è nove decimi della legge, ci porta a scegliere un approccio diverso quando insegniamo al cane a lasciare volontariamente qualsiasi cosa che è in suo possesso. L’approccio più semplice è insegnare al cane che lasciare volontariamente qualsiasi oggetto a noi è positivo e anche vantaggioso dal momento che chiediamo sistematicamente di scambiare quello che ha in bocca con qualcosa di molto appetitoso che abbiamo in mano, salvo poi restituirglielo subito dopo.

Mentre l’accesso indiscusso alle risorse è la chiave della leadership, ci dobbiamo anche ricordare che dal punto di vista del cane anche un cucciolino ha il diritto di tenere quello che è effettivamente nella sua bocca.

2) - CONTROLLO DEL COMPORTAMENTO

II conflitto tra uomo e cane avviene quando non ci rendiamo conto che quelli che noi consideriamo atti affettivi per prenderci cura dell’animale sono considerati da lui come deferenza nei suoi confronti e accettazione che è lui a controllare le risorse.

Ci si può guadagnare il rispetto del cane mettendo in chiaro che le risorse di valore gli arrivano attraverso noi e solo dopo che egli avrà messo in atto comportamenti (su nostra richiesta) atti ad ottenerle (rinforzo). In qualsiasi relazione, guadagnarsi la cooperazione volontaria evita qualsiasi sfida di status.

Minacciare lo status di un cane non risolve il problema alla base, che deve essere affrontato in maniera più completa senza nessun confronto fisico e nessuna sfida al suo status.

3) - L’INTERVENTO PROATTIVO

Questa componente è essenziale per come il cane percepisce la sua sicurezza, sia all’interno del gruppo familiare che nel contesto più ampio del mondo. Essa consiste nell’essere pronti e all’erta a rispondere ad ogni potenziale minaccia verso coloro di cui siamo i leader.

Purtroppo a molti cani manca questo intervento protettivo di una leadership attenta. Infatti alcuni cani cominciano a stabilire delle zone di sicurezza molto larghe, intorno a loro, e in assenza di una chiara leadership che offra un intervento proattivo, questi cani “aggressivi” spesso sentono di non avere altra scelta all’infuori di difendersi da soli. Per questo spesso vengono anche puniti duramente dalla stessa persona che dovrebbe fornire loro protezione, ossia l’intervento proattivo della leadership.

Per i cani che hanno problemi con chi entra nel loro spazio (cani e/o persone) il semplice atto del conduttore di mettersi in mezzo è molto importante. Questo gesto significa “vedo la minaccia e ti proteggo”. Il cane vede nelle nostre azioni l’assicurazione che siamo disposti ad agire come dovrebbe agire un leader e che solleva l’animale dal bisogno di difendersi da solo.

Un altro aspetto dell’intervento proattivo implica l’attenuazione dei conflitti. La leadership richiede che rimaniamo attenti alle interazioni tra i membri del nostro branco e, se lo riteniamo necessario, mettere fine a un confronto che sta nascendo.

Come i cani fanno con gli altri cani, i leader umani dovrebbero imparare a leggere i segni minimi che indicano che i problemi stanno venendo alla luce e intervenire preventivamente.

Controllare il contatto visivo, anche se c’è una grande distanza, perché potrebbe essere la causa scatenante di una baruffa. I cani annoiati qualche volta s’intrattengono facendo giochi mentali e usano soltanto il contatto visivo per provocare altri cani e sono in grado di scegliere le loro vittime con grande successo. Non scelgono i cani o le persone sicure di sé, prendono di mira gli insicuri, gli immaturi o chi è spaventato e quindi hanno la garanzia di una risposta positiva alla loro provocazione.

I cani, a meno che non siano coinvolti in un gioco o stiano subendo una minaccia, non mantengono il contatto visivo: una corretta leadership comprende il controllo di cosa i nostri animali stanno guardando, per essere sicuri di non ritrovarci in una situazione dove i cani fissano in maniera maleducata.

CONCLUSIONI

I cani credono che una leadership inadeguata o mutevole significhi che qualcosa non funziona. Se un leader invecchia, diventa incompetente, debole o in qualche modo disabile, lo sviluppo della società canina richiede che il ruolo di leader venga ricoperto da qualcuno più qualificato e più disposto ad accollarsi il lavoro.

Possiamo riempirci la testa di teorie ma i nostri cani sono impressionati solo dalle azioni. Di momento in momento, anche nella più piccola delle nostre azioni, i nostri cani leggeranno la risposta alle domande della loro vita: “chi è in carica?” “quali sono le regole?” “qual è il mio posto?”. In ogni momento noi, volenti o nolenti, offriamo delle risposte.


TIRARE AL GUINZAGLIO

E' un problema che maschera il problema reale: senza il guinzaglio probabilmente sareste senza il cane…
Il tuo cane tira al guinzaglio?
Non è SOLO il tuo cane che tira, per tirare al guinzaglio bisogna essere in due.
I cani non potrebbero tirare se non ci fosse qualcuno appeso all’altro capo del guinzaglio!

Non date al cane la possibilità di tirare – I cani oppongono istintivamente resistenza alla trazione!!!
Sia voi che il cane dovete perdere una vecchia abitudine.
Il vostro cane tira perché qualcuno, in qualche luogo a un certo momento, ha fatto un passo quando il cane ha esercitato una trazione sul guinzaglio.
Continua a tirare perché continua ad essere un comportamento rinforzato. Tira ed ottiene di salire sulla vostra macchina. Tira ed ottiene di andare a salutare un altro cane che incontra per la strada. Tira e la vicina di casa gli dice quanto è bello, anche se ora non sta solo tirando ma sta arrampicandosi su di lei con le sue zampe fangose!!!
I comportamenti rinforzati vengono
ripetuti.

MAI AVANZARE QUANDO C’È TENSIONE SUL GUINZAGLIO !!!

Quando il cane sta per tirare ….





Fermatevi immediatamente!Siate un albero.







Quando il cane si girerà per vedere cosa vi è successo
(aspettate tutto il tempo necessario)


lodatelo per avervi dato attenzione …





ed incoraggiatelo a venire alla vostra sinistra – se necessario fate qualche passo indietro
Finchè il cane resta nel ‘punto magico’, continuate a lodarlo e dategli qualche boccone, cercate di rendere quello spazio il migliore che possa esistere. Se perde la concentrazione e sta per cominciare a tirare, fermatevi all’improvviso e ricominciate da capo.



Semplicemente fermatevi sempre appena il cane si appresta a tirare!!!
Se sarete coerenti e non vi arrenderete, imparerà.

Attenzione che talvolta il fatto che il cane tiri può essere rinforzante anche per voi, se avete fretta di raggiungere la porta di casa, o l’auto.
Non permettete mai al cane di trascinarvi, piuttosto perdete tempo.
Siate coerenti!!!
Ad alcuni cani e’ necessario insegnare prima a restare tranquilli mentre mettete e togliete guinzaglio e collare. Verificate come si comporta il cane in questa situazione.



IL ‘BISOGNO’ DI LEADERSHIP

(liberamente adattato da Stan Rawlinson, comportamentista ed addestratore cinofilo; ha posseduto e lavorato cani per oltre 25 anni, cominciando dai cani da caccia per passare poi all’obedience ed allo studio del comportamento nel 1996. Attualmente opera in Inghilterra )

Leadership: Comportamento volto a influenzare, a guidare gli individui a cooperare volontariamente e a mobilitare le energie potenziali per il raggiungimento di obiettivi comuni in sistemi complessi e in trasformazione. Si basa su un processo di comunicazione finalizzato al conseguimento di obiettivi specifici.



I cani hanno assolutamente bisogno di un leader. Essi agiscono sempre come se fossero all’interno di un sistema “di branco„, dove ci sono individui da seguire (i leaders appunto) e tutti gli altri che li seguono. Se la famiglia umana non ricalca questo modello, il cane può non avere chiara la sua posizione all’interno del branco. E dal momento che nella sua mente qualcuno deve essere il capo, e nel branco nessun elemento dà i corretti messaggi di leadership, il cane può ritenere di dover assumere questo ruolo.

Agli occhi di un cane, un leader ha determinati ruoli, privilegi ed onori:
  • I leaders sono responsabili della sicurezza del branco
  • I leaders sono responsabili di fornire cibo e riparo ed hanno diritto alle migliori risorse disponibili
  • I leaders hanno i giacigli migliori e più in alto
  • I leaders decidono quando il resto del branco mangia, dorme, evacua e gioca, ed anche quando è permesso riprodursi. In un branco di lupi il maschio e la femmina alfa inibiscono tutte le altre femmine al punto che esse non vanno più neppure in estro



Anche se alcune razze canine tendono ad essere naturalmente più dominanti di altre, che si ritiene siano più sottomesse e tranquille, per iniziare un rapporto corretto con qualsiasi tipo di cane la leadership si deve instaurare immediatamente, se possibile già con il cucciolo.
L’atteggiamento di un leader non è mai violento ed irrazionale, ma piuttosto fermo e coerente, insomma estremamente rassicurante.
Con alcuni soggetti la posizione di leadership è facile da ottenere e mantenere. Con altri, che possono essere naturalmente più dominanti, può essere necessario dare tutta una serie di segnali molto chiari e comprensibili per il cane, atti a ricordare al cane la sua posizione all’interno della famiglia-branco.

Molti proprietari non si rendono ben conto di quanto dominanti i loro cani realmente siano.Un soggetto dominante non è necessariamente minaccioso ed aggressivo, anzi, nella maggior parte dei casi è esattamente il contrario. Molti cani sono tranquillamente dominanti, capaci di approfittare di tutte le occasioni allo scopo di mantenere una posizione elevata nella gerarchia familiare.

Qui di seguito sono elencate una serie di ‘regolette’ utili a comunicare al cane la sua posizione all’interno del branco-famiglia. Quante di queste regole vadano seguite, e quanto rigorosamente, dipende dal soggetto con cui avete a che fare. La cosa veramente importante non è il non permettere un comportamento, ma averne la totale gestione (esempio: non è un problema se il vostro cane sta abitualmente sul divano con voi, l’importante è che sia una vostra decisione (e non sua). Si tratta comunque di comportamenti semplici, ed estremamente significativi per il cane, in quanto gli comunicano un messaggio molto chiaro e comprensibile.

Che lo crediate o no, un cane è molto più felice quando non pensa di dover gestire un branco di esseri umani, ed è a sua volta molto più gestibile.

Ricordatevi che la lista che segue richiede la partecipazione di tutti i membri della famiglia. Nella scala gerarchica della famiglia il cane deve venire sempre all’ ultimo posto, dopo tutti gli umani senza distinzioni di età.

In conclusione:
  • sforzatevi sempre di essere coerenti, se date un ordine siate sempre in condizione di farlo rispettare
  • non date MAI ordini che non potete avere sotto controllo
  • date sempre al cane il tempo necessario per capire che cosa desiderate
  • non siate mai impazienti, irascibili o irritabili.

l vostri cani vi ringrazieranno!


LE ‘REGOLE’


•Date da mangiare al cane quando lo decidete VOI (mai a richiesta) e toglietegli la ciotola, anche se non finita, dopo al massimo dieci minuti

•Date da mangiare al cane DOPO che tutti gli esseri umani hanno mangiato. Oppure fatevi vedere mentre mangiate un biscotto vicino alla sua ciotola prima che il cane mangi.

•I cani dovrebber passare sempre attraverso tutte le porte ed ingressi DOPO gli esseri umani.

•Ai cani non deve essere MAI permesso mordere o giocare a mordere NESSUNO.

•Se volete concedergli di dormire nella vostra camera da letto fatelo alle vostre condizioni e non a quelle del cane.

•Coccole e attenzioni al cane dovrebbero essere prestate quando VOI decidete che devono essere date (evitate di coccolare il cane quando lo richiede con troppa insistenza).

•Il gioco con gli oggetti deve cominciare e concludersi quando lo decidete voi, i giocattoli devono essere fuori dalla portata del cane.

• Non mettetevi allo stesso livello o più in basso del vostro cane, soprattutto per gioco.

• Al cane non dovrebbe essere permesso di salire sul mobilio di casa, a meno che lo invitiate voi a farlo.

• Insegnate al cane a stare tranquillo nella sua cuccia. La cuccia non deve MAI essere usata come punizione, anzi andrebbe associata anche a qualcosa di positivo e rappresentare un luogo tranquillo e sicuro.

•Fate eseguire al cane un ordine semplice, come “siedi„ , prima di qualsiasi interazione piacevole (mangiare, coccole, giocare, ecc.)

•Il cane dovrebbe imparare a non tirare al guinzaglio e a non saltare addosso alle persone.



L'ATTENZIONE

La capacità di dare e mantenere attenzione è un’ abilità fondamentale, premessa a tutte le altre abilità. La volontà del cane di ‘rendersi disponibile’ a cooperare con il proprio addestratore – collaboratività – anche per lunghi intervalli di tempo ed in presenza di stimoli distraenti è condizione indispensabile a qualsiasi tipo di addestramento.

Molti proprietari devono imparare a non ’elemosinare’ l’attenzione dei loro cani, e a non sforzarsi di apparire ‘più interessanti’ soltanto quando perdono l’attenzione del cane. In questo modo ‘allenano’ il cane ad essere distratto; infatti, non dandogli attenzione il cane riesce a rendere il padrone più attivo e divertente.

Può essere utile lavorare inizialmente con il cane al guinzaglio lento; i cani principianti potrebbero decidere di allontanarsi trovando una gran quantità di cose interessantissime (rinforzi esterni) lontano dal padrone.
Ogni volta che il cane rivolge attenzione al padrone, viene premiato con un bocconcino e con parole di lode. L’uso del clicker sicuramente semplifica molto le cose, permettendo di rinforzare con estrema precisione (timing).
Rinforzare nel momento giusto significa rinforzare la cosa giusta.

E’ preferibile non invitare insistentemente il cane a ‘guardare’ il conduttore . (1)


Nelle successive fasi del lavoro si possono allungare i tempi, procedendo per piccoli passi e se necessario tornando indietro (abbassando i criteri).
Non è necessario abbinare all’attenzione un segnale verbale (2) ; l’attenzione non è un esercizio su segnale come gli altri, ma dovrebbe essere proposta spontaneamente dal cane, rendendolo ricettivo verso i successivi segnali.
Una volta ottenuta una discreta attenzione, si può lavorare il cane senza il guinzaglio, e si introducono via via le distrazioni. Il processo di generalizzazione, se avviene, è rapido come per tutti i lavori in strumentale.
Conviene rinforzare con bocconi e lodi (rinforzi sociali) secondo uno schema a tasso variabile, ed è importante disporre di un segnale ‘liberatore’ da utilizzare per segnalare al cane il termine della sessione di lavoro.

E’ conveniente terminare sempre le sedute con una buona esecuzione.

E’ importantissimo non mostrarsi mai frustrati o adirati se il cane perde attenzione!
Rinforzi, divertimento e pazienza sono i mattoni con i quali si costruisce una buona obbedienza in qualsiasi tipo di cane.
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1.lo stress del conduttore nuoce alla riuscita del lavoro!
2.si instaura sempre una associazione tra il ‘rituale’ di inizio lavoro e l’attenzione. I comportamenti che precedono una seduta di addestramento assumono la valenza di segnale.